di Marco Liconti – AdnKronos
“Nessuna prova che siano tecnologia aliena, ma non si può escludere”
Esistono, ma non sappiamo cosa siano. Tecnologia aliena? Non abbiamo le prove, ma non possiamo nemmeno escluderlo. Le due conclusioni principali del rapporto dell’intelligence Usa sugli “Ufo” o “Uap” (a seconda che si voglia attribuire l’aggettivo “sconosciuti” a “oggetti volanti” o a “fenomeni aerei”), anticipato dal New York Times, lasciano la porta aperta sia alle convinzioni degli ufologi sia ai dubbi degli scettici. Una cosa è certa: gli oggetti, o fenomeni, osservati dai militari nel corso di un paio di decenni, non sono frutto della tecnologia Usa.
Il documento anticipato dal Nyt, non dovrebbe discostarsi molto da quello che verrà presentato al Congresso entro il 25 giugno, che potrebbe contenere ulteriori dettagli, ma non tali da alterare la sostanza del rapporto. I funzionari a conoscenza del contenuto, comunque concordano su un fatto: l’ambiguità dei fenomeni rilevati costringe il governo a non escludere che i piloti militari che li hanno osservati possano essere entrati in contatto visivo con oggetti non terrestri.
A rilanciare l’interesse per gli Ufo e gli alieni, che dal dramma radiofonico ‘La guerra dei mondi’ di Orson Welles, del 1938, passando per ‘l’incidente di Roswell’ del 1947, ha sempre avuto grande presa sull’opinione pubblica americana, nelle ultime settimane è stato anche Barack Obama. L’ex presidente, in un’intervista al ‘The late late show’ di James Corden sulla Cbs, “parlando seriamente”, aveva ammesso che “ci sono immagini e rapporti di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano”.
Sulla questione, qualche giorno fa, è intervenuto anche Donald Trump, che in un’intervista si è mostrato più scettico del suo predecessore. “Credo in quello che vedo, ma ci sono molte persone là fuori che sono coinvolte in questa cosa degli Ufo”, ha detto Trump, affermando di non voler rivelare altro, per non “ferire i sogni o le paure” di quanti invece sembrano credere all’esistenza di fenomeni alieni.
E del resto, l’imminente rapporto del Pentagono si deve proprio a Trump, poiché fa parte di una disposizione contenuta nel disegno di legge da 2,3 trilioni di dollari per aiuti e stanziamenti per il coronavirus, firmato l’anno scorso dall’allora presidente. Tra le voci di quel disegno di legge vi era anche “un’analisi dettagliata dei dati e dell’intelligence sui fenomeni aerei non identificati” dall’Office of Naval Intelligence, dalla Unidentified Aerial Phenomena Task Force e dall’Fbi.
A lasciare interdetti gli esperti dell’intelligence sono in particolare alcune caratteristiche degli oggetti osservati nel corso degli anni. Innanzitutto, la loro accelerazione, oltre ai repentini cambi di direzione, che sembrano sfidare le leggi della fisica, e la loro capacità di immergersi in acqua e sparire. Ce n’è abbastanza, per gli appassionati di ufologia, per parlare di una conferma dell’esistenza dei ‘Vimana’ indiani, i veicoli volanti descritti in numerosi antichi testi sanscriti.
Una spiegazione più razionale, per gli oltre 120 fenomeni esaminati nel rapporto, potrebbe essere quella di tecnologie sperimentali di potenze straniere, soprattutto Russia e Cina. Ma, se è vero che alcuni degli avvistamenti dettagliati nel rapporto risalgono ad una ventina di anni fa, rimane il dubbio di come la Russia, all’epoca lontana dal ‘rinascimento militare’ degli ultimi anni, così come la Cina, non ancora divenuta il gigante tecnologico che è oggi, possano avere messo a punto già allora tecnologie così avanzate rispetto agli Usa.
In particolare, coloro che tendono ad attribuire una spiegazione ‘terrestre’ ai fenomeni, ipotizzano la sperimentazione di velivoli o missili ipersonici. Capaci, cioè, di una velocità superiore a quella del suono di almeno 5 volte (la velocità del suono è di circa 1.200 chilometri all’ora). Le tre superpotenze, Usa, Russia e Cina, sono le uniche, attualmente, ad essere dotate di questa tecnologia per scopi militari.
Risale al 2011 un esperimento documentato di un velivolo Usa di forma conica, l’’HTV-2 (Hypersonic Technology Vehicle-2), sviluppato dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA). Il test venne effettuato presso la U.S. Air Force Vandenberg Base, sulla costa californiana. Il velivolo si sarebbe mosso ai limiti dell’atmosfera ad una velocità ci circa 20mila chilometri orari, prima di perdere contatto con la base e schiantarsi nell’Oceano Pacifico.
Ma, come sembra indicare il rapporto dell’intelligence Usa anticipato dal New York Times, viene chiaramente escluso che gli Ufo o Uap osservati siano frutto di test militari del Pentagono. Nel documento, che entro fine mese verrà presentato al Congresso, si fa riferimento a ripetuti avvistamenti da parte di piloti della Marina, tra l’estate del 2014 e il marzo del 2015, di strani oggetti, uno a forma di trottola, che volava contro vento nei cieli della Costa Orientale Usa.
Nei loro rapporti, i piloti della Marina riferirono che gli oggetti non avevano motori visibili o scie di scarichi rilevabili con i sensori infrarossi, che potevano raggiungere un’altitudine di 30mila piedi (circa 9mila metri) e volavano a velocità ipersoniche. Addirittura, a fine 2014, il pilota di un caccia bombardiere Boeing F/A-18 Super Hornet della Marina, entrò quasi in collisione con uno degli oggetti volanti. Alcuni di questi incontri sono documentati su video, compreso un filmato ripreso dalla telecamera di un aereo militare a inizio 2015, nel quale appare un oggetto che si alza e si abbassa sulla superficie dell’oceano, lasciando interdetti i piloti.
Che i ‘fenomeni’ vengano presi seriamente, non fosse altro per il rischio che si tratti di tecnologie militari nemiche, è testimoniato non solo dal rapporto che preso verrà presentato al Congresso, ma dal fatto che il Pentagono abbia iniziato da almeno 13 anni a raccogliere sistematicamente testimonianze sugli ‘incontri’.
Risale infatti al 2007 l’inizio del programma ‘Advanced Aerospace Threat Identification Program’, col compito di analizzare i dati dei radar, le immagini video e i rapporti e resoconti dei piloti della Marina e di altri militari. Il programma venne chiuso nel 2012, quando si esaurirono i finanziamenti, e poi rilanciato nel 2017, con un nuovo nome, ‘Unidentified, Aerial Phenomena Task Force’. La missione è quella di “rilevare, analizzare e catalogare” avvistamenti e strani oggetti presenti nei cieli, che possano costituire una minaccia per la sicurezza nazionale.
Nel rapporto del Pentagono, si farebbe anche riferimento ad un avvistamento che risale al 2004, del quale sono stati testimoni due piloti della Marina, al largo delle coste di San Diego. I due militari riferirono di avere osservato un oggetto di forma di colore bianco e forma ovale, simile ad una gigantesca mentina ‘Tic Tac’, delle dimensioni circa di un aereo passeggeri. L’incontro durò diversi minuti, fino a quando l’oggetto volò via “con un’accelerazione che non avevo mai visto”, riferì il comandante David Fravor in un’intervista. La provenienza dell’oggetto, c’è scritto nel rapporto, rimane “sconosciuta”. (AdnKronos)